Quattro anni fà uscì, tra i "Grandi Manuali" della Newton Compton Editore, il mio libro sul valore dei permessi nella crescita del bambino, dal titolo: "Tutti i Sì che aiutano a crescere".
Pubblicherò su questo blog alcuni stralci così che possiate usufruirne...
Di seguito l'intro.
Introduzione
I limiti e le regole sono necessari alla protezione, fisica ma anche psicologica, e alla crescita dei nostri figli. Sono un orientamento nel cammino, segnano la direzione e tracciano le linee guida.
Tanto si è scritto e si è detto sull’importanza del dire i “No”, dell’impartire delle norme al fine di educare i bambini, per aiutarli a crescere. Personalmente, ritengo di fondamentale importanza che
nell’educazione del bambino si dia spazio ai “Sì” così come ai “No”. Questi ultimi però, a mio avviso, dovrebbero essere trasmessi in misura minore rispetto ai primi. Provo a spiegare perché con un esempio.
In psicoterapia, quando si stipula un contratto di cambiamento con l’utente la cosa fondamentale da porsi come obiettivo non è «non fare più qualcosa, non stare più male», bensì «fare qualcosa di diverso, di alternativo», ovvero «migliorare un qualche aspetto di sé o della propria vita». Infatti, nel processo di definizione del contratto, terapeuta e paziente devono costruirsi un quadro mentale, come un’immagine, dell’esito desiderato nel loro lavoro insieme. Questo esito è fondamentale che sia qualcosa di positivo, un Sì quindi, piuttosto che un No. Sviluppare aspetti di sé, risorse personali, piuttosto che smettere di essere o di comportarsi in un certo modo. Secondo il principio alla base dei sistemi di "visualizzazione creativa”, infatti, l’essere umano ha bisogno di orientarsi verso qualcosa di costruttivo piuttosto che verso qualcosa di restrittivo. Ciò significa darsi permessi.
Questo principio vale anche, e soprattutto, nell’educazione. Crescere significa sviluppare, espandere i propri confini, dunque incrementare, ampliare, potenziare... tutti termini che indicano appunto un’evoluzione. Per progredire, quindi, abbiamo bisogno di permessi. Da bambini ci aspettiamo che siano i nostri genitori a darceli per poter imparare come si fa, anche attraverso il loro esempio. Trovare l’equilibrio tra limiti e permessi, tra i Sì e i No, dovrebbe essere un obiettivo primario dell’educazione e, a dirla tutta, di non facile raggiungimento. Alle mamme e ai papà spetta davvero il più difficile dei “mestieri”, quello di genitore.
nell’educazione del bambino si dia spazio ai “Sì” così come ai “No”. Questi ultimi però, a mio avviso, dovrebbero essere trasmessi in misura minore rispetto ai primi. Provo a spiegare perché con un esempio.
In psicoterapia, quando si stipula un contratto di cambiamento con l’utente la cosa fondamentale da porsi come obiettivo non è «non fare più qualcosa, non stare più male», bensì «fare qualcosa di diverso, di alternativo», ovvero «migliorare un qualche aspetto di sé o della propria vita». Infatti, nel processo di definizione del contratto, terapeuta e paziente devono costruirsi un quadro mentale, come un’immagine, dell’esito desiderato nel loro lavoro insieme. Questo esito è fondamentale che sia qualcosa di positivo, un Sì quindi, piuttosto che un No. Sviluppare aspetti di sé, risorse personali, piuttosto che smettere di essere o di comportarsi in un certo modo. Secondo il principio alla base dei sistemi di "visualizzazione creativa”, infatti, l’essere umano ha bisogno di orientarsi verso qualcosa di costruttivo piuttosto che verso qualcosa di restrittivo. Ciò significa darsi permessi.
Questo principio vale anche, e soprattutto, nell’educazione. Crescere significa sviluppare, espandere i propri confini, dunque incrementare, ampliare, potenziare... tutti termini che indicano appunto un’evoluzione. Per progredire, quindi, abbiamo bisogno di permessi. Da bambini ci aspettiamo che siano i nostri genitori a darceli per poter imparare come si fa, anche attraverso il loro esempio. Trovare l’equilibrio tra limiti e permessi, tra i Sì e i No, dovrebbe essere un obiettivo primario dell’educazione e, a dirla tutta, di non facile raggiungimento. Alle mamme e ai papà spetta davvero il più difficile dei “mestieri”, quello di genitore.
In questo manuale mi propongo di accompagnarvi in questa dimensione, quella dei permessi, dei Sì, dell’equilibrio con i No, per esplorare insieme il loro potere generativo per l’autostima e per la gestione delle emozioni, altra sfera, nell’ambito del processo educativo, molto importante.
Vedremo quali sono i bisogni evolutivi e quali tipi di Sì possiamo, e dobbiamo, dare ai nostri figli affinché crescano in modo sano. In questo viaggio attraverseremo le diverse fasce di sviluppo per esaminare quali permessi sono più utili nelle diverse età, dalla prima infanzia a quella adulta, lungo l’affascinante continuum evolutivo.
Nei paragrafi del primo capitolo farò una premessa introduttiva riguardo l’evoluzione del ruolo genitoriale e i bisogni dell’essere umano. È un’introduzione doverosa che ha l’obiettivo di spiegare esattamente cosa ci motiva per tutto l’arco della nostra vita e per comprendere, dunque, cosa è fondamentale tenere in conto nella progettazione dell’educazione dei nostri figli, al fine di aiutarli a crescere sereni. I bisogni, in effetti, sono il fondamento che ci attiva e ci dirige nel corso della nostra esistenza.
In questo manuale spiegherò anche i diversi tipi di Sì, come comunicarli in modo efficace, il potere dell’ascolto e dell’assertività, delle emozioni e della loro gestione, accennando ad alcune “strategie di sopravvivenza” per i genitori in situazioni critiche. Citerò degli esempi tratti dalla mia esperienza professionale ed esempi tratti dalla mia esperienza come genitore.
Educare non è semplice. Al contrario, è quanto di più difficile, impegnativo e faticoso. Il ruolo di genitore è, così come quello dell’educatore, in un certo senso una vera e propria “missione”. È un incarico importantissimo. Per questo, è fondamentale costruirsi una competenza che, a mio avviso, non può basarsi sul solo affidarsi all’istinto (che pure è importante seguire con i propri figli), ma che deve essere costituita da un progetto educativo ben pensato, e alla cui base è necessario ci sia la conoscenza di alcuni concetti basilari dello sviluppo e dei bisogni dei bambini. Nessuno di noi penserebbe mai di iniziare un nuovo lavoro senza sapere quali competenze siano necessarie per intraprenderlo e, tantomeno, senza avere la giusta preparazione. Spesso i neo-genitori, invece, si imbarcano nell’avventura della genitorialità senza sapere nemmeno a cosa vanno incontro, spinti dall’istinto materno o paterno... per poi ritrovarsi in difficoltà, trasferendo sui figli le loro insicurezze e spesso rischiando di far diventare i loro disagi problemi esistenziali dei figli.
Nei paragrafi del primo capitolo farò una premessa introduttiva riguardo l’evoluzione del ruolo genitoriale e i bisogni dell’essere umano. È un’introduzione doverosa che ha l’obiettivo di spiegare esattamente cosa ci motiva per tutto l’arco della nostra vita e per comprendere, dunque, cosa è fondamentale tenere in conto nella progettazione dell’educazione dei nostri figli, al fine di aiutarli a crescere sereni. I bisogni, in effetti, sono il fondamento che ci attiva e ci dirige nel corso della nostra esistenza.
In questo manuale spiegherò anche i diversi tipi di Sì, come comunicarli in modo efficace, il potere dell’ascolto e dell’assertività, delle emozioni e della loro gestione, accennando ad alcune “strategie di sopravvivenza” per i genitori in situazioni critiche. Citerò degli esempi tratti dalla mia esperienza professionale ed esempi tratti dalla mia esperienza come genitore.
Educare non è semplice. Al contrario, è quanto di più difficile, impegnativo e faticoso. Il ruolo di genitore è, così come quello dell’educatore, in un certo senso una vera e propria “missione”. È un incarico importantissimo. Per questo, è fondamentale costruirsi una competenza che, a mio avviso, non può basarsi sul solo affidarsi all’istinto (che pure è importante seguire con i propri figli), ma che deve essere costituita da un progetto educativo ben pensato, e alla cui base è necessario ci sia la conoscenza di alcuni concetti basilari dello sviluppo e dei bisogni dei bambini. Nessuno di noi penserebbe mai di iniziare un nuovo lavoro senza sapere quali competenze siano necessarie per intraprenderlo e, tantomeno, senza avere la giusta preparazione. Spesso i neo-genitori, invece, si imbarcano nell’avventura della genitorialità senza sapere nemmeno a cosa vanno incontro, spinti dall’istinto materno o paterno... per poi ritrovarsi in difficoltà, trasferendo sui figli le loro insicurezze e spesso rischiando di far diventare i loro disagi problemi esistenziali dei figli.