La psicologia evolutiva comprende le varie fasce di età che l’essere umano attraversa, tra le quali vi è anche quella della TERZA ETA’. In questa fase di vita è più facile sviluppare alcune patologie, come la DEMENZA. Questa non si presenta prima dei 45 anni di età ed è abbastanza rara fra i 45-65 anni. L’incidenza aumenta con l’avanzamento dell’età, tuttavia non è detto che una persona anziana debba sviluppare demenza.
Tra le varie
problematiche che accompagnano l’invecchiamento compare quella delle alterazioni
cognitive, che possono essere una conseguenza di
malattie cerebrovascolari, ipertensione, traumi cranici ed altro, e non
necessariamente evolvono in demenza. Possono, però, anche essere dei fattori
di rischio per sviluppare demenza.
TRATTAMENTO
Il trattamento della malattia prevede la
terapia farmacologica, la riabilitazione cognitiva e
comportamentale, la consulenza
alla famiglia che assiste l’anziano, varie forme di terapie
psicologiche, il controllo dell’alimentazione e dei fattori di rischio
cardiovascolare. Anche se non è risolutivo l’approccio terapeutico può, però,
rallentare l’evoluzione della malattia e questo effetto ottenuto nelle fasi
iniziali ha un impatto maggiore sulla qualità della vita.
SINTOMI
La demenza è una sindrome complessa che si
manifesta con una progressiva riduzione delle funzioni mentali, della memoria,
attenzione, concentrazione, pensiero, linguaggio, ecc.. La compromissione delle
funzioni cognitive diviene tale da interferire con il funzionamento sociale e
con le attività della vita quotidiana, fino a determinare la perdita
progressiva dell’autonomia e dell’autosufficienza. Altri aspetti problematici
della malattia sono i disturbi nella
sfera della personalità, dell’affettività, dell’ideazione, della percezione e
del comportamento.
Dopo mesi o anni dall’instaurarsi del processo patologico, a seconda delle condizioni e delle differenze individuali, la
maggior parte delle funzioni cognitive
si deteriora in maniera significativa, si perde man mano la coscienza della
propria persona, la
capacità di giudizio e quella di provvedere a sé stessi. Possono
manifestarsi alterazioni comportamentali
dovute ad allucinazioni, deliri, agitazione, aggressività e depressione,
sintomi che sono un’importante fonte
di carico per i familiari e sono spesso causa di
istituzionalizzazione. I familiari, anche se l’anziano
può trarre beneficio nell’essere inserito all’interno di strutture a lui
dedicate, rimane l’elemento fondamentale di supporto.
L’opportunità di intervenire con la stimolazione
delle capacità cognitive residue in una fase
iniziale o intermedia della malattia, ovvero quando tali
capacità ancora favoriscono un buon grado di autonomia, può contribuire al prolungamento
di questa condizione. La comprensione da parte dei
familiari delle specifiche limitazioni cognitive del
proprio caro può contribuire a porsi in un rapporto assistenziale
che favorisca le capacità esistenti, rallentando il
deterioramento.
LA PREVENZIONE
Il
benessere mentale riduce il rischio di contrarre una forma di demenza. Dunque,
chi si alimenta in modo sano, è attivo fisicamente e mentalmente e ha una vasta
rete di rapporti sociali mantiene in buona salute il proprio cervello. Un
cervello sano è capace di reagire alla naturale riduzione delle facoltà mentali
della terza età e, dunque, anche alla demenza. È infatti in grado di costituire
resilienza, ovvero la
capacità delle persone di far fronte agli eventi stressanti o traumatici e di
riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà.
L’incremento della capacità di resilienza aiuterà l’anziano a contrastare le lesioni cerebrali e
i processi degenerativi.
Nel trattamento psicologico della demenza si
tiene conto dei diversi aspetti problematici dovuti alla malattia: l’aspetto
cognitivo, l’aspetto emotivo e quello comportamentale. Esistono diverse forme di terapie che vengono
utilizzate a seconda dell’area maggiormente “colpita” o anche in modo alternato
per il trattamento delle diverse aree, quali: la Terapia della Reminescenza, la ROT
(Reality Orientation Therapy), il Training
di Empowerment Cognitivo per il mantenimento e lo stimolo delle capacità
residue cognitive e della memoria (Memory
Training), la Validation Therapy
e la Resolution Therapy. Ognuno di
questi approcci terapeutici contribuisce alla gestione dei sintomi della
demenza, al mantenimento delle funzionalità residue e al miglioramento dello
stato di benessere psicologico.
Dr.ssa Sarah Cervi
Dr.ssa Sarah Cervi