EvolutivaMente

EvolutivaMente, perché il Cambiamento è Crescita




Vivere consapevolmente

“Quando non siamo in contatto con i nostri bisogni e desideri affrontiamo la vita senza remi e senza timone.” Nathaniel Branden. 
È importante avere delle priorità negli obiettivi, fai un programma mentale dei tuoi prossimi obiettivi, cosa vuoi raggiungere in ordine prioritario e temporale e come? Cosa sei disposto a fare, a rinunciare, a sacrificare? Cosa devi evitare o devi fare per raggiungere i tuoi obiettivi? Qual è il costo? Ne vale la pena?
«Se immaginate ripetutamente e coscienziosamente di raggiungere un obiettivo, le vostre possibilità reali di successo aumenteranno notevolmente»
”La pratica di darsi un obiettivo: consiste nell’identificare i nostri obiettivi a breve e lungo termine e le azioni necessarie per raggiungerli (cioè nel formulare un piano d’azione); organizzare il nostro comportamento in funzione di tali obiettivi; controllare l’azione per essere certi di non uscire dai binari; prestare attenzione al risultato di tali azioni, per riconoscere se e quando è necessario ritornare alla fase di progettazione.”
E’ necessario innanzitutto formulare obiettivi a breve, medio e lungo termine: obiettivo a breve termine scadenza uno o due mesi, obiettivo a medio termine sei mesi, quello a lungo termine un anno. Obiettivi specifici e prossimi sono più efficaci nel dirigere l’azione, obiettivi specifici dirigono meglio di obiettivi generali, obiettivi difficili sono meglio di obiettivi modesti, obiettivi troppo facili e poco incentivanti inducono demotivazione, obiettivi a medio termine favoriscono il raggiungimento di obiettivi a lungo termine.
Fatti un film del tuo prossimo futuro, come sarà la tua vita in preparazione della tua meta? Quali sono le tue risorse? Quali tue caratteristiche devi o puoi potenziare, migliorare? Visualizza i tuoi gesti, le tue difficoltà, i momenti importanti, critici, e prova a vedere com’è, che effetto ti fa, puoi sentirti soddisfatto? Puoi riparare qualcosa? Puoi correggere il tiro? Prova a visualizzare di cambiare qualcosa, di correre un piccolo rischio nel fare qualcosa di diverso, vedi che effetto ti fa, quali sono le tue sensazioni e poi prova nella realtà. Siamo tutti in grado di perseguire i nostri sogni e raggiungere obiettivi significativi.
DJOKOVIC: “Ho cercato, sin da piccolo, di vedermi in campo l’ultima domenica di Wimbledon giocare la finale, per me è sempre stato l’obiettivo numero uno”.
Gli obiettivi devono essere: significativi, stimolanti, chiari; difficili ma non inarrivabili; mirati al miglioramento graduale della prestazione più che al risultato. Obiettivi ben definiti e stimolanti accrescono e mantengono la motivazione. Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.
“Quando ti dai obiettivi troppo elevati e non sei in grado di raggiungerli, il tuo entusiasmo si trasforma in amarezza. Cerca una meta più ragionevole e poi gradualmente sorpassala. È il solo modo per arrivare in vetta.” Emil Zatopek.
Definizione dell’obiettivo: formulazione in termini positivi, descritto in termini multisensoriali, con forte carica motivazionale, deve essere verificabile, tenuto sotto il proprio controllo, rispettare l’ecologia. Descrizione in termini multisensoriali: quanto più i tuoi sensi sono coinvolti nella descrizione precisa dell’obiettivo tanto più ti sentirai motivato, e più facile sarà attingere alle tue risorse interne per perseguire le mete desiderate. Carica motivazionale dell’obiettivo: Cosa c’è di così importante per me nel raggiungimento di questo obiettivo?
Il paesaggio degli obiettivi:  prima che un progetto acquisti contorni determinati si muove dentro di noi come possibilità, come un sogno da realizzare, come un desiderio, una spinta. L’obiettivo permette un orientamento dell’azione, l’azione stessa si determina come intenzione (un dirigersi verso), decisione (ciò che si vuole) e realizzazione (obiettivo già raggiunto). Solo con una chiara e dettagliata idea di quelli che sono i propri obiettivi la mente riesce ad organizzare comportamenti in funzione del raggiungimento dell’obiettivo stesso. Le nostre credenze riguardanti un certo risultato futuro contribuiscono a concretizzare proprio quel risultato che avevamo presagito.
Ricorda un evento, episodio, prestazione, dove sei riuscito, quali erano le sensazioni? Cosa ha contribuito alla tua riuscita? Quali tue caratteristiche sono state determinanti? Chi ha contribuito al tuo successo? – Credere in quello che si fa, essere convinti di quello che si fa: “Se desiderate compiere qualcosa nella realtà, innanzitutto visualizzate voi stessi mentre riuscite a compierla.” Arnold Lazarus.
La vita della persona è determinata da una serie di scelte sin dalla nascita, tali scelte possono essere volontarie o involontarie, proprie o fatte da altri, e, a queste scelte, corrispondono degli esitamenti in quanto quando si sceglie, allo stesso tempo si evita qualcos’altro. Diventa importante per la persona l’attenzione verso le cose che si fanno o che si evitano, diventa interessante pensare che si fanno delle cose per evitare di farne altre, diventa importante fare le cose con un’attenzione ed un interesse costante e non per abitudine, diventa interessante chiedersi, accorgersi di quello che si fa, che si sta facendo e quindi la proposta è di farsi degli interrogativi e provare a darsi delle ipotetiche risposte per provare a rendersi un po’ più consapevoli. La persona a seguito di queste domande ed eventuali risposte potrebbe avere più consapevolezza di sé, di quello che fa, che sente, che vuole, che evita, che si aspetta e quindi essere più determinato, più convinto, più rilassato, più vincente, meno teso, meno preoccupato, insomma, può sentirsi più se stesso, più sicuro di sé e cosa più importante più responsabile e, cosa importante, a queste domande si può essere leali perché si risponde tra sé e sé. Altro suggerimento è il credere in quello che si fa, essere convinti di quello che si fa, e ancora più importante mostrare di essere convinti quando si parla con gli altri, è importante trasmettere sicurezza di se stessi anche agli altri, perché se, per scaramanzia o per abitudine o per pararsi in caso di fallimento, agli altri viene detto di non essere in forma, di non aver potuto fare il massimo, si rischia di far credere a se stessi questo ed è più facile il fallimento.
Inoltre, considerare di più le parti di tutto il proprio organismo e cercare di instaurare un dialogo con loro, trovare dei compromessi, fare dei patti, proporre degli scambi, per esempio alle proprie gambe e piedi si potrebbe provare a chiedere di fare uno sforzo estremo per quella giornata importante promettendo un meritato riposo o un massaggio successivamente. Questi suggerimenti non costano niente, sono semplicemente delle proposte di piccoli cambiamenti che a qualcuno potrebbero essere utili, potrebbe fruttare una decisione con una maggiore consapevolezza.


Bibliografia: (1)Simone M., Psicologia dello sport e non solo, Aracne, Roma, 2011, pag. 22. – (2)Arnold Lazarus, L’occhio della mente, Astrolabio, Roma, 1989, pag. 50 – (3)Nathaniel B., L’arte di vivere consapevolmente, Corbaccio, Milano, 2006, pag. 165. – (4)Corriere sport stadio 2.7.2011. (5)F.Cantaro, G.Guastalla, Il segreto della PNL, Sonda, 2009, p. 109. Dott. Matteo SIMONE Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR


NEWS -“Percorso di counselling per Mamme”

VENERDI 23 NOVEMBRE 2012
si terrà presso la sede dell'asilo nido e scuola materna bilingue 
L'ARCOBALENA

un incontro introduttivo al

“Percorso di counselling per Mamme”



Diventare Mamma è una metamorfosi, un profondo cambiamento che stravolge il nostro modo di vedere, di pensare, di sentire. Da figli diventiamo genitori e questo cambia ed amplia la nostra prospettiva. Portare avanti il compito di educare, sostenere, guidare i propri figli è faticoso ed emotivamente coinvolgente e alle Mamme puo’ essere utile un sostegno, una guida, un confronto.



Venerdi 23 Novembre si terrà un incontro in cui verrà introdotto il percorso e in cui verranno raccolte le iscrizioni. Per poter partecipare alla riunione, che si terrà alle ore 18.30 presso i locali dell’Arcobalena, è necessaria la vostra adesione che siete pregate di lasciare presso la Segreteria della Scuola.

Il percorso è costituito da 8 incontri per una volta a settimana e della durata di 2 ore ciascuno. Numero minimo di partecipanti 5 numero massimo 9.

Per info e costi inviare email o contattare il numero 333.8547745



 

Organizzazione e conduzione dei gruppi a cura della


Dott.ssa Sarah Cervi


Iscritta all’Albo Professionale dell’Ordine degli Psicologi


Via Montebelluna, 7 - Roma


Via delle Betulle, 2 – Bracciano (RM)


Indirizzo email: cervi10290@ordinepsicologilazio.postecert.it


Sito web: www.psicologadellosviluppo-roma.blogspot.com


Contatti: 333.85 47 745









COS'E' LA SINDROME DA ALIENAZIONE GENITORIALE

Formulata dallo psichiata americano Richard Gardner, in Italia è contemplata nelle "Linee guida in tema di abuso sui minori" della “Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza".


La malattia diagnosticata al piccolo Leonardo, il bimbo prelevato dagli agenti in una scuola di Cittadella, è la sindrome da alienazione genitoriale (o PAS, dall'acronimo di Parental Alienation Syndrome): una controversa ed ipotetica dinamica psicologica disfunzionale che, secondo le teorie dello psichiatra statunitense Richard A. Gardner, si attiverebbe in alcune situazioni di separazione e divorzio conflittuali non adeguatamente mediate. La PAS è oggetto di dibattito e ricerca, in ambito scientifico e giuridico, da quando è stata originariamente proposta da Gardner nel 1985; la sindrome non è infatti riconosciuta come un disturbo psicopatologico da parte della grande maggioranza della comunità scientifica e legale. Non è inclusa nell'attuale DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dell'Associazione Psichiatrica Americana).

In Italia la Sindrome di Alienazione Genitoriale è contemplata nelle "Linee guida in tema di abuso sui minori" della “Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (S.I.N.P.I.A.)”, come forma di abuso psicologico. Un disturbo che insorge quasi esclusivamente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli. In questo disturbo, un genitore (alienatore) attiva un programma di denigrazione contro l’altro genitore (genitore alienato). Tuttavia, questa non è una semplice questione di "lavaggio del cervello" o "programmazione", poiché il bambino fornisce il suo personale contributo alla campagna di denigrazione. È proprio questa combinazione di fattori che legittima una diagnosi di PAS. In presenza di reali abusi o trascuratezza, la diagnosi di PAS non è applicabile.

Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1096544/Cosa-e-la-Pas--la-malattia-diagnosticata-al-piccolo-Leonardo.html

OTTOBRE: MESE DELLA PROMOZIONE DEL BENESSERE PSICOLOGICO


PERCHÈ PROMUOVERE IL BENESSERE PSICOLOGICO?

Sinonimi di benessere sono i termini salute, equilibrio, energia, soddisfazione. Noi esseri umani siamo costituiti dal corpo e dalla mente, siamo un tutt’uno, e questo fa di noi degli esseri “complessi”. Assimiliamo le esperienze grazie al nostro cervello, al nostro sistema psichico e attraverso il corpo esperiamo la realtà interna ed esterna. Inoltre, viviamo a stretto contatto gli uni con gli altri, perché essere sociali, vivendo, dunque, in una complessità interna (la relazione con noi stessi) ed esterna (con gli altri). In questa molteplicità di stimoli a volte perdiamo quell’equilibrio, dunque quel benessere psicologico, necessario per vivere con armonia e appagamento. Ottobre è il mese dedicato alla promozione del benessere psicologico e presso i miei studi verranno attivate delle iniziative gratuite.


LE ATTIVITÀ DEL MESE


LABORATORIO DELLE EMOZIONI
Sede di Bracciano: 13 ottobre ore 16-18
Sede di Roma: 23 ottobre ore 15,30-17,30

CONSULENZA ALLE FAMIGLIE
Roma e Bracciano: previo appuntamento

CONSULENZA INDIVIDUALE
Roma e Bracciano: previo appuntamento

CONSULENZA DI COPPIA
Roma e Bracciano: previo appuntamento



  LABORATORIO DELLE EMOZIONI

Le emozioni guidano i nostri atteggiamenti e comportamenti e sono a loro volta influenzati dai nostri pensieri. Questo processo circolare è piuttosto complesso perché guidato da regole e schemi interiori di cui spesso non siamo consapevoli. Il laboratorio delle emozioni è uno spazio di condivisione in gruppo in cui iniziare a familiarizzare con i pensieri e le emozioni e per iniziare a rendersi consapevoli del perché si prova quello specifico sentimento. Durante questo mese dedicato al benessere psicologico si terranno 2 incontri gratuiti in gruppo. Numero minimo di partecipanti: 4; numero massimo: 8.


CONSULENZA INDIVIDUALE/ALLE FAMIGLIE E ALLE COPPIE

Durante il mese della promozione del benessere psicologico il primo colloquio di orientamento e consulenza psicologica è gratuito.

Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi!


Non possiamo  pretendere che  le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.

La crisi è la più grande benedizione  per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.  La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla  notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi  supera sé stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. 

La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’ inconveniente delle   persone e delle nazioni  è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito.

E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il  conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che  è la tragedia di non voler lottare  per superarla.  


Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo.”
(A. Einstein)


STRESS: peggiora con le vacanze mordi e fuggi imposte dalla crisi




 Con la crisi le vacanze lunghe sono un vero miraggio: secondo un sondaggio online condotte dall’Associazione Europea Attacchi di Panico (Eurodap) su 600 italiani, ben il 60% ha influito sulle vacanze e il 70% le ha scelte in base al costo e non ai reali benefici ottenibili. Si fugge, così, per poco tempo e anche senza organizzarsi al meglio, convinti di riuscire a recuperare un po’ di energie per ricominciare il lavoro. Ma non è così semplice.

Le vacanze più brevi e scelte dovendo fare i conti con un portafogli che piange, dovendosi quindi limitare, rischiano di non essere positive. Aumentano lo stress e diminuiscono l’autostima. Al ritorno ci fanno sentire scarichi, privi di energie: "uno stop lavorativo così non basta per affrontare un nuovo anno d’impegni" avverte la dottoressa Paola Vinciguerra, psicologa, psicoterapeuta, presidente dell’Eurodap.

Il riposo vacanziero è sacro, imprescindibile per rigenerarsi fisicamente ma soprattutto a livello mentale: “Se la vacanza, a causa di limitate disponibilità economiche, diventa diversa da quella fatta negli anni precedenti, possono prendere il sopravvento la frustrazione ed il senso di fallimento. Le conseguenze psico-fisiche possono essere importanti: dall’ansia al panico e alla depressione, dalle gastriti e all’insonnia” sottolinea la psicologa.

Come fare, allora, per riuscire a trarre il massimo giovamento? Ecco i consigli della psicologa:

- non confrontare le proprie ferie con quelle altrui: si scatenerebbe un senso di fallimento e inadeguatezza;

- comprendere che la crisi economica c’è per tutti e che se quest’anno bisogna tirare un po’ la cinghia non è un proprio fallimento personale;

- evitare qualsiasi atteggiamento apatico: è inutile autocommiserarsi senza fare nulla, è meglio organizzare le energie economiche e puntare su obiettivi raggiungibili che corrispondano il più possibile a ciò che ci appaga, magari puntando su vacanze di qualità, fatte di piccole situazioni rigeneranti;

- considerato che anche in città si spendono soldi ci si può organizzare con gli amici rimasti per organizzare serate divertenti, dando spazio alla creatività;

- imparare anche a oziare: il tempo non deve essere necessariamente pieno di cose da fare.
 

SCULACCIONI? MEGLIO UN’EDUCAZIONE POSITIVA

Un recente ricerca, pubblicata su un giornale americano, riapre la questione degli sculaccioni ai bambini. La ricerca spiega che i bimbi che subiscono punizioni corporali, tra cui sono ricompresi gli sculaccioni, sono soggetti più degli altri al rischio di sviluppare da adulti, ansia, depressione ed altri problemi di salute mentale, anche se non hanno mai subito abusi veri e propri o possono dirsi maltratti.


La ricerca evidenzia che negli Stati Uniti il 70% dei genitori intervistati ritiene che ogni tanto i bambini abbiano bisogno di uno sculaccione.

Non abbiamo dati italiani, ma credo che in Italia le statistiche non siano molto differenti.

Eppure, ricevere sculaccioni non fa bene a nessuno.

La dottoressa Mc Carty, pediatra americana, spiega in un suo articolo che la maggior parte dei genitori, quando da’ uno sculaccione è convinto di fare la cosa giusta, e, in genere, si tratta di ottimi genitori che amano i loro figli.

La dottoressa Mc Carty, spiega che, spesso, i genitori danno uno sculaccione al proprio figlio quando ritengono non ci sia più altro da fare. Così, vedono lo sculaccione come il modo per far capire ai  figli che “fanno sul serio”. Eppure, gli studi più recenti dimostrano che gli sculaccioni non sono più efficaci di altri metodi “di correzione” ma producono effetti che certamente i genitori non desiderano.
Gli studi più recenti dimostrerebbero – continua la dottoressa Mc Carty - che non solo i bambini che hanno ricevuto sculaccioni sarebbero più inclini a sviluppare da adulti disturbi come l’ansia, ma sarebbero anche meno capaci di gestire il loro carattere: perché gli adulti, in genere, danno gli sculaccioni nei momenti in cui non riescono più a controllarsi.Non solo, un altro effetto collaterale piuttosto frequente dei bambini che ricevono gli sculaccioni – racconta la dottoressa – è che picchiano più spesso gli altri bambini. Questo perché quando si dà uno sculaccione ad un bambino, gli si insegna che picchiare va bene e soprattutto che è giusto che un grande picchi un bambino.

Insomma, sicuramente non tutti i bambini che ricevono gli sculaccioni sono destinati a diventare degli adulti depressi, ansiosi o violenti. Certo è che lo sculaccione umilia e produce più effetti collaterali che benefici, primo fra tutte, l’insegnamento che picchiare si può: allora, perché non cercare un’altra via, magari più costruttiva per educare i nostri figli?

Datato ma attuale!

Psicofarmaci ai bambini italiani, è uno scandalo.

In cinque anni in Italia le prescrizioni sono aumentate del 280 per cento. Negli Usa, la metà.

E ora, addirittura, si aprono 82 Centri in tutta Italia per somministrare psicofarmaci ai bambini iperattivi.

“Psicofarmaci ai bambini italiani, è uno scandalo. Troppi e somministrati con troppa leggerezza. In cinque anni in Italia la prescrizione di psicofarmaci ai bambini è aumentata addirittura del 280 per cento. Negli Usa, dove i bambini in terapia sono più di undici milioni, l’aumento è stato del 150 per cento. Ministro Turco, intervenga subito”. E’ l’appello che hanno lanciato, in una conferenza stampa svolta ieri a Roma, Luca Poma portavoce di “Giù le Mani dai Bambini”, la più visibile campagna di farmacovigilanza in Italia, e Federico Bianchi di Castelbianco psicoterapeuta dell’età evolutiva. E con loro più di cento Associazioni e 230mila addetti ai lavori del settore della Salute rappresentati dal Comitato GiùleManidaiBambini.

"Ma gli scandali non finiscono qui - dice Luca Poma - si stanno aprendo in Italia, su tutto il Territorio 82 Centri per la somministrazione di psicofarmaci ai bambini “iperattivi”. E pensare che le Autorità di controllo sanitario avevano garantito di istituire un solo Centro di eccellenza per regione in modo da prevenire gli abusi. E il rosario degli scandali continua: l’Emea, l’Agenzia Europea per i farmaci, ha autorizzato la somministrazione del Prozac, la discussa e potente “pillola della felicità”, ai bambini già da otto anni dopo appena 4-6 sedute di psicoterapia senza risultati. Di scandalo, in scandalo: le scuole non hanno risorse per affrontare il problema dei “bambini-giamburrasca” e così si sono già registrati i primi casi di alunni allontanati da scuola. Intervenga anche il ministro Fioroni".

"Chi all’EMEA ha deciso ciò - dice Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e Direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma e membro del Comitato scientifico di “Giù le Mani dai Bambini” - è incompetente non solo nella conoscenza della psicoterapia ma soprattutto dei bambini. In quattro-sei settimane nessuno può dichiarare fallita una psicoterapia, che è una strada seria da percorrere. Ecco perché il ministro Turco deve subito intervenire per neutralizzare la corsa agli psicofarmaci e limitare i danni della decisione dell’EMEA. E il ministro Fioroni deve emettere una circolare affinché le scuole siano messe in condizione di gestire i “bambini-giamburrasca”.

Dietro ai numeri ci sono i bambini e le loro famiglie. E sono numeri grandi, drammatici. Sono 30mila i bambini italiani che già oggi assumono psicofarmaci secondo uno studio del “Mario Negri” pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica che sottolinea come si tratti della punta di un iceberg visto che il dato è fortemente sottostimato.

E se oggi sono 30mila i bambini italiani in terapia con psicofarmaci potrebbero presto diventare oltre 700mila e questo perché, secondo dati del Ministero della Salute, questo è il numero dei bambini che sarebbero affetti da disturbi psichici. "Se questo dato rispecchiasse la verità - aggiunge Luca Poma -, e non lo credo, vorrebbe dire che ogni cento bambini italiani nove sono candidati ad assumere psicofarmaci. E’ come dire che in ogni classe, dalla materna alle medie, almeno due bambini dovrebbero essere medicalizzati. Psicofarmaci “facili” per diagnosi troppo “disinvolte”.

"Le troppe prescrizioni di psicofarmaci ai bambini – dice Massimo Di Giannantonio, Ordinario di psichiatria all’Università di Chieti - sono dovute a diagnosi non corrette formulate da medici di medicina generale e da pediatri che non hanno il necessario bagaglio di informazioni per compiere un passo così importante come quello di somministrare uno psicofarmaco ad un bambino. Ma anche a diagnosi formulate da medici competenti come neuropsichiatri infantili e psichiatri adolescenziali, che ritengono che alla base del disturbo dei bambini ci sia un fattore biologico curabile quindi solo con i farmaci".

Molto importanti le prese di posizione di personalità del mondo sociale, sanitario e politico. Giovanni Pirone, Direttore Generale dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale ha detto in una nota che “i piccoli consumatori di oggi rischiano di diventare adulti farmaco-dipendenti. Va arrestato il materialismo sanitario incentrato su una soluzione farmacologica anche di problemi che attengono alla sfera psichica ed emozionale”.

Marina D’Amato, Presidente dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, in una nota ha spiegato che “la Società di oggi dovrebbe prendere atto che il suo futuro è l’infanzia. Le trasformazioni della famiglia italiana incidono molto sulla vita dei bambini e degli adolescenti”.

In questa occasione, con una nota, tre personalità del mondo politico hanno assicurato il loro impegno istituzionale. L’onorevole Dorina Bianchi, vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera, ha proposto un piano di investimenti sociali sul Territorio insieme alle Regioni, di supporto ai giovani e l’implementazione dei consultori. La senatrice Paola Binetti, è una neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta dell’età infantile, ha assicurato un’interrogazione parlamentare “perché venga in ogni caso bloccata, non solo qualunque forma di abuso, ma anche qualunque somministrazione impropria che contrasti con lo sviluppo sereno del bambino”. La senatrice Anna Maria Serafini, Presidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia ha annunciato che “questo sarà uno dei temi su cui lavorerò in Commissione e che metterò all’ordine del giorno. Porrò particolare attenzione a tutte le segnalazioni e denuncie finalizzate”.

L’APPELLO ALLA TURCO

"Abbiamo presentato ieri – dicono Luca Poma e Federico Bianchi di Castelbianco - una lettera aperta al Ministro della Salute con un vero e proprio "decalogo di buone prassi". Alcuni dei punti degni di maggior interesse di questo decalogo sono: l'attivazione di un tavolo presso il MInistero per approfondire il fenomeno delle prescrizioni indiscriminate di psicofarmaci ai bambini; lo psicofarmaco solo come ultimissima risorsa terapeutica, e quindi il rafforzamento concreto di tutte le strade alternative alla medicalizzazione; un' informazione alle famiglie davvero completa sui gravi rischi derivanti dalla somministrazione di psicofarmaci ai bambini ed adolescenti e, perchè no, il "black box", il riquadro nero sulle confezioni - come quello adottato per le sigarette - già adottato negli Stati Uniti con l'evidenza degli effetti collaterali più pericolosi".

GLI ITALIANI DICONO NO AGLI PSICOFARMACI AI BAMBINI

“Giù le Mani dai Bambini” ha svolto un sondaggio fra 1600 italiani dai 16 ai 65 anni di età chiedendo il loro parere sull’uso degli psicofarmaci ai bambini. Il 97 per cento ha detto “no” all’uso degli psicofarmaci per risolvere i disagi psichici dei minori. Il 97,1 per cento ha detto che le diagnosi fatte oggi con i questionari non sono affidabili.

Per ulteriori informazioni i colleghi giornalisti possono contattare il Portavoce nazionale del Comitato:

Luca Poma: 337415305 – portavoce@giulemanidaibambini.org

Da questi dati sono esclusi tutti gli ansiolitici/ipnotici, dei quali si fa un uso sempre più disinvolto (p. es. il Nopron®, psicofarmaco utilizzato per regolarizzare il ciclo sonno/veglia nei bimbi, o l’EN®, utilizzato dagli studenti come tranquillante prima degli esami); i dati inoltre sono relativi solo ed esclusivamente agli psicofarmaci rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale: oltre a ciò, vi sono ovviamente anche i farmaci non rimborsati. E poi le somministrazioni effettuate grazie a ricette e prescrizioni emesse in Repubblica di San Marino, Città del Vaticano e Canton Ticino, dove a volte le famiglie si approvvigionano di psicofarmaci senza le restrizioni proprie del nostro sistema nazionale di controllo sanitario. Sono anche sempre più frequenti gli acquisti in internet: sul web è possibile reperire pressochè ogni genere di farmaco psicoattivo senza necessità di alcuna ricetta, grazie a siti internet domiciliati in paesi off-shore non soggetti ad alcun controllo (pagamento con carta di credito, spedizioni a casa in pacco anonimo).

Nell’ultimo quinquennio esaminato con certezza statistica (1997/2002, il successivo sarà il 2002/2007, ma i dati non sono ancora disponibili) in Italia vi è stato in incremento delle prescrizioni di psicofarmaci ai minori del 280%, contro il 150% in USA. L’Italia si presenta quindi come nazione ad alto tasso d’incremento di prescrizioni di psicofarmaci ai minori. Il trend negli anni successivi non ha comunque accennato a diminuire, specie per gli antidepressivi, nonostante i numerosi recenti “warning” dagli USA circa l’ispirazione di idee suicidarie nei minori che fanno uso di queste molecole (induzione al suicidio a normale dosaggio terapeutico). Il “mercato” è aperto ed in crescita, basti considerare come l’80% degli adolescenti che nel 2004 ha ricevuto prescrizioni di antidepressivi siano “nuovi utilizzatori” di queste sostanze.





L'abuso di antidepressivi rende ancora più depressi

HAMILTON - Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute, complice la crisi economica, il consumo di antidepressivi in Italia sta conoscendo un vero e proprio boom.

Ma non tutti traggono benefici dall’assunzione di tale classe farmacologica, anzi. In alcuni casi esistono pericoli concreti non solo di un aggravamento dei sintomi, ma anche di aborti, ischemie e decessi. E’ quanto emerge da uno studio condotto sugli effetti degli antidepressivi più diffusi sul mercato mondiale, i cosiddetti inibitori selettivi della serotonina, dai ricercatori della facoltà di psicologia della McMaster University di Hamilton in Ontario.

Gli psicofarmaci in questione dovrebbero supportare la regolazione del livello di serotonina nel cervello, in modo da riportare il paziente ad una condizione di benessere, ma non tutti i soggetti rispondono alla terapia nello stesso modo. Questo perché l’ormone della serotonina agisce positivamente solo in alcune zone del corpo umano, mentre in altre può produrre effetti indesiderati. Talvolta un ciclo di cure a base di antidepressivi finisce per ostacolare la normale attività cerebrale ed espone il paziente ricadute anche gravi. L’aggravamento della sintomatologia interviene in particolare quando, dopo un uso prolungato dei farmaci, la sensibilità del cervello nei confronti della serotonina si abbassa notevolmente.

Nel lungo periodo, l’alterazione dei livelli di serotonina può provocare conseguenze che vanno dai semplici disturbi digestivi alla dissenteria, dal gonfiore al calo del desiderio sessuale, dall’insorgere di alcune forme tumorali all’ictus. Gli studiosi canadesi hanno evidenziato che l’efficacia di tali farmaci è riscontrata soprattutto nei soggetti affetti da una grave forma di depressione, mentre in quelli sofferenti di una patologia lieve o moderata il rischio di un peggioramento del quadro clinico complessivo risulta elevato.


FONTE: http://www.ilmessaggero.it/benessere/

www.siamodonne.it

RECENSIONE: “TUTTI I SÌ CHE AIUTANO A CRESCERE” DI SARAH CERVI


Ci avete impiegato anni ad imparare a dire di no ai vostri figli, a stabilire le regole e i limiti giusti per creare un ambiente stabile ed evitare di viziarli. Bene, è il momento di affrontare una nuova sfida: imparare a dire di sì.



Secondo Sarah Cervi, l’autrice di “Tutti i sì che aiutano a crescere”, un permesso ben calcolato fa più miracoli di tanti divieti, responsabilizza e dà fiducia, dando al bambino la possibilità di mettersi alla prova in modo positivo. La filosofia che sta sotto quest’idea, come spiega la stessa autrice, è quella usata anche in psicoterapia, dove l’obiettivo non è tanto distruggere ciò che non va bene quanto far fiorire quello che di buono già c’è.



Non preoccupatevi, ciò non vuol dire che tutti i no che avete detto fino adesso siano stati vani, anzi: ciò che Sarah Cervi consiglia non è dire sì in modo indiscriminato, lasciando il bambino in balia di se stesso, ma imparare a bilanciarlo con il no in modo equilibrato. Un piano ben definito di regole entro il quale il bambino può muoversi con sicurezza, quindi, è la base necessaria affinché i sì possano essere davvero costruttivi.



Tra tutti i vari tipi di sì che l’autrice indica nel suo libro (come quelli, appunto, preziosi per la responsabilizzazione), sono molto interessanti quelli che riguardano l’aspetto emotivo del bambino. A volte i genitori tendono a considerare i piccoli come un’estensione di sé oppure come degli adulti incompleti. Nulla di più falso: è vero, l’infanzia è una fase di crescita e formazione ma i bambini sono già persone a 360 gradi e non bambole, hanno un loro carattere definito, le loro emozioni e i loro pensieri e il compito degli adulti non è quello di cambiarli quanto di insegnar loro a convivere al meglio con il mondo che li circonda. Quindi sì ai sentimenti di rabbia, paura o disaccordo (sapendoli, però, gestire), sì alla tristezza, sì ai propri gusti e ai propri talenti, anche se non sono quelli che gli adulti si aspettano da loro. Imparare a gestire le emozioni e a comunicarle in modo efficace permetterà al bambino di oggi di diventare un adulto equilibrato, profondamente consapevole di se stesso e delle proprie capacità.



In “Tutti i sì che aiutano a crescere”, Sarah Cervi ci accompagna dei sì specifici a tutti gli stadi della crescita, dall’infanzia all’adolescenza, senza dimenticare i consigli su come comunicare i permessi in modo efficace, senza che sembrino mancanza di fermezza.



Nessun problema, quindi, se avete passato mesi e mesi ad impostare un po’ di disciplina in casa vostra: per una volta, i sì non sono in antitesi ai no ma il loro naturale completamento, la loro prospettiva positiva. Il mestiere di genitore è il più difficile del mondo ma riuscire a farlo con un sorriso (e qualche consiglio) rende più felici tutti – da noi adulti fino ad arrivare a loro, i bambini, la nostra incredibile fonte sia di stress incommensurabile che di pura gioia

TUTTI I SI CHE AIUTANO A CRESCERE

 A MAGGIO IN LIBRERIA IL MIO MANUALE 
"TUTTI I SI CHE AIUTANO A CRESCERE"
EDITO DA NEWTON COMPTON



Il mestiere di genitore, se svolto con impegno e coscienza, è difficile e faticoso. Le mamme e i papà si trovano spesso in difficoltà nel trovare un giusto equilibrio tra permessi e divieti, nello scegliere tra le minacce e le punizioni da una parte e la pazienza e lo stimolo allo sviluppo dell’auto-disciplina dall’altra.

Crescere significa svilupparsi, potenziare le proprie capacità e risorse. In questo percorso, le regole e i limiti sostengono e danno confini, mentre i permessi danno quello slancio vitale, quella spinta vigorosa verso l’evoluzione di se stessi. I “si”, dunque, sono indispensabili per il bambino per la conquista della sua personalità e per potersi sviluppare liberamente come individuo autonomo e sicuro di sé.

Questo libro si pone l’obiettivo di stimolare i genitori (e chi si occupa di bambini in fase di sviluppo) nell’orientarsi verso un tipo di educazione tesa a trovare il giusto equilibrio tra dovere e potere, tra i “no” e i “sì” e in special modo nel porsi come modelli efficaci e coerenti nella gestione delle emozioni. A volte, infatti, i genitori pretendono di insegnare ai figli ciò che loro stessi ancora non hanno acquisito.

Scoprirete dunque l’importanza dell’autostima, come insegnare ai bambini a gestire le emozioni, come comunicare efficacemente e quali “sì” inviare ai figli nelle diverse fasce evolutive, dalla nascita all’età adulta e, infine, perchè è importante educare sessualmente i nostri figli e quali i sì in questa sfera speciale.




Il Sorriso dei miei Bambini: I "Sì" che aiutano a crescere...facciamo un elenco?

Il Sorriso dei miei Bambini: I "Sì" che aiutano a crescere...facciamo un elenco?

Parole Illuminanti


"Educare a pensare"

Lettera ai ragazzi di quinta

Cari ragazzi di quinta,
Abbiamo camminato insieme per cinque anni.
Per cinque anni abbiamo cercato, insieme, di godere la vita; e per goderla abbiamo cercato di conoscerla, di scoprirne alcuni segreti.
Abbiamo cercato di capire questo nostro magnifico e stranissimo mondo non solo vedendone i lati migliori, ma infilando le dita nelle sue piaghe, infilandole fino in fondo perché volevamo capire se era possibile fare qualcosa, insieme, per sanare le piaghe e rendere il mondo migliore.
Abbiamo cercato di vivere insieme nel modo più felice possibile. E’ vero che non sempre è stato così, ma ci abbiamo messo tutta la nostra buona volontà. e in fondo in fondo siamo stati felici. Abbiamo vissuto insieme cinque anni sereni (anche quando borbottavamo) e per cinque anni ci siamo sentiti “sangue dello stesso sangue”.
Ora dobbiamo salutarci.
Io devo salutarvi.
Spero che abbiate capito quel che ho cercato sempre di farvi comprendere: NON RINUNCIATE MAI, per nessun motivo, sotto qualsiasi pressione, AD ESSERE VOI STESSI. Siate sempre padroni del vostro senso critico, e niente potrà farvi sottomettere. Vi auguro che nessuno mai possa plagiarvi o “addomesticare” come vorrebbe.
Ora le nostre strade si dividono. Io riprendo il mio consueto viottolo pieno di gioie e di tante mortificazioni, di parole e di fatti, un viottolo che sembra identico e non lo è mai. Voi proseguite e la vostra strada è ampia, immensa, luminosa. E’ vero che mi dispiace non essere con voi, brontolando, bestemmiando, imprecando; ma solo perché vorrei essere al vostro fianco per darvi una mano al momento necessario. D’altra parte voi non ne avete bisogno. Siete capaci di camminare da soli a testa alta, PERCHE’ NESSUNO DI VOI E’ INCAPACE DI FARLO.
Ricordatevi che mai nessuno potrà bloccarvi se voi non lo volete, nessuno potrà mai distruggervi, SE VOI NON LO VOLETE.
Perciò avanti serenamente, allegramente, con quel macinino del vostro cervello SEMPRE in funzione; con l’affetto verso tutte le cose e gli animali e le genti che è gia in voi e che deve sempre rimanere in voi; con onestà, onestà, onestà, e ancora onesta, perché questa è la cosa che manca oggi nel mondo e voi dovete ridarla; e intelligenza, e ancora intelligenza e sempre intelligenza, il che significa prepararsi, il che significa riuscire sempre a comprendere, il che significa riuscire ad amare, e… amore, amore.
Se vi posso dare un comando, eccolo: questo io voglio.
Realizzate tutto ciò, ed io sarò sempre in voi, con voi.
E ricordatevi: io rimango qui, al solito posto. Ma se qualcuno, qualcosa vorrà distruggere la vostra libertà, la vostra generosità, la vostra intelligenza, io sono qui, pronto a lottare con voi, pronto a riprendere il cammino insieme, perché voi siete parte di me, e io di voi. Ciao.
Alberto Manzi

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"Lentamente Muore"

“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno.
Lentamente muore chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità“.
Martha Medeiros